TRA IL SENIO ED IL SANTERNO, pubblicazione di carattere sociale, civile e culturale per il territorio del Comune di Solarolo, a salvaguardia della sua identità, delle sue origini, della sua storia e delle sue istituzioni, sostenuto, curato e realizzato da COOP. LIBERTAS SOLAROLO Registrazione della testata: Tribunale di Ravenna, Num. Reg. Stampa 1463, data del Decreto che autorizza la registrazione: 16/02/2021. Sede, Redazione, Amministrazione: Corso Mazzini n.31 - 48027 Solarolo (RA) Proprietario ed Editore: Coop. Libertas Solarolo Soc. Coop. a.r.l. Direttore responsabile: Maurizio Cortesi. Lo stampato viene distribuito gratuitamente ad ogni indirizzo di Solarolo. Ciò è reso possibile poiché il giornale si sostiene economicamente con i soli corrispettivi dei suoi inserzionisti.

L ’ALMANACCO DI CIACARUS - MAGGIO - GIUGNO

di Giovanni Zoli

L ’ALMANACCO DI CIACARUS

detti, proverbi, aforismi e altro della nostra tradizione



MAGGIO

Maz, tott i dé un tinazz -
Maggio, tutti i giorni un tino: si riferisce alla piovosità del mese di maggio.

Maz sòtt, abril bagnè - (Morri 1840)
Maggio asciutto e aprile bagnato

Più che una constatazione, viene espresso come desiderio di un mese asciutto per propiziare la granagione e buona crescita del raccolto, infatti:

Maz sott, gran par tott - Maggio asciutto, grano per tutti
Maz vintos, gran granos - Maggio ventoso, grano granoso

La curena d’maz la perd e fiasch e la ciapa e piat -
Il libeccio di maggio perde il fiasco, ma prende il piatto

Oltre che asciutto, maggio deve essere ventilato che favorisce il raccolto del grano, però potrebbe recare danno alla crescita dell’uva diminuendo la resa in vino.

Maz in fior, tott i sumar i va in amor
Maggio in fiore, tutti gli asini vanno in amore

Maz e mes di mat - Maggio mese dei matti

Maggio è caratterizzato da una usanza ormai superata, ma ancora nella memoria: della “maié” o “frasché”.
Il rituale delle frasche: tradizione vuole che il primo maggio, la mattina presto, si pongano frasche alle finestre, perché le formiche non entrino ad infestare la casa. La frasché nel ravennate, mentre nel forlivese è nota come la maié.

A questo proposito si ricorda di C.Martuzzi e A.Spallicci la cantata de La Majé che inizia così:

Dop un sonn ch’u’n fneva mai, la campagna la j è d’festa, e mi gall l’à alzé la cresta, l’à cantè chirichichì!..
Tù la rama, la piò bèla…..ecc…...

Dopo un sonno che non finiva mai, la campagna è di festa, e il mio gallo ha alzato la cresta, ha cantato chichirichi….ecc… Prendi il ramo (la frasca di betulla)il più bello, ecc….

Primo maggio: festa del lavoro

3 - maggio Santa Croce:
Par Santa Cròs e’ gran spigòs - Per Santa Croce il grano mette fuori la spiga
S’e’ piov e’ dè d’Santa Cròs us’busa toti al nòs - se piove il giorno di Santa Croce si bacano tutte le noci
Par Santa Crosa ciàpa la forbsa e la pigra tosa - per Santa Croce prendi le forbici e tosa la pecora

Era ritenuto il giorno propizio per tosare le pecore.

In questo giorno era usanza che i contadini facessero delle croci con delle canne, da piantare nei campi a protezione del raccolto, mettendo sui due lati della croce e in cima, dei rametti di palma benedetta. Da qualche anno non si vedono più queste croci piantate in mezzo al grano, così che questa tradizione è ormai dimenticata. Sarebbe bello riesumarla.

9 maggio: festa della mamma (la più bella rosa di maggio)

16 maggio: Ascensione di Nostro Signore
generalmente festa grande a Solarolo con giostre, stand gastronomici e iniziative varie, incontri di gemellaggio. E’ il periodo che La Santa Patrona, La Madonna della Salute, viene portata in pellegrinaggio per tutte le strade del paese ad invocare protezione e salute.
Quest’anno sarà difficile poter organizzare tutto ciò per la nota pandemia.

“I Santi del mese di Giugno”
Icona Menologio - Russia fine ‘700
GIUGNO

Zogn da la fèlza in pogn - Giugno dalla falce in pugno è il mese della mietitura del grano.
Maz l’è srizos, zogn l’è frutos maggio è ciliegioso, giugno è fruttoso

11 - giugno San Barnaba
E’ dè d’S.Barnabè e gran e’ perd e’ pè - Il giorno di San Barnaba il grano perde il piede (raggiunto il suo sviluppo massimo il gambo non assorbe più nutrimento e non cresce più)
Dop la not d’S.Barnabè e gran u s’seca piò la not che n’è e dè - dopo la notte di San Barnaba il grano si secca più la notte che il giorno
S’e’ piov par San Barnabà, l’uva bianca la s’in và, e s’e’ piov matena e sera u s’in va neca la lazzera - Se piove per San Barnaba, l’uva bianca se ne va, e se piove mattina e sera se ne va anche il filare

24 - giugno: San Giovanni Battista
A sei mesi dal Natale (solstizio d’inverno) adesso siamo nel solstizio d’estate, notte magica e ricca di tradizioni, rituali, spartiacque fra mezzo anno passato e mezzo ancora da venire.

Vediamo qualche traccia di rituali ormai desueti:

La gvaza d’Sa’Zvan la guarèss ogni malan
La rugiada di San Giovanni (dai portentosi poteri taumaturgici) guarisce ogni malanno

Par San Zvan d’istè i dè i cmeza a calé
Per San Giovanni d’estate, i giorni cominciano a calare

Tù l’acqua ad set funtan, i fiur ad set zardè, mett tott quant in t’un cadè, scierat la faza cun cl’acqua calè, stvù avè la pèal cum’è un babè
Prendi l’acqua di sette fontane, i fiori di sette giardini, metti tutto in una bacinella, risciacquati il viso con quell’acqua se vuoi avere la pelle morbida di un bambino

La gvaza ad San Zvan la sèca e gran
La rugiada di San Giovanni secca il grano

Par S.Zvan us coj al còcal par fè e nocino
Per San Giovanni si raccolgono le noci per fare il nocino (vedere la ricetta dell’Artusi a fondo pagina)

Par San Zvan us cheva l’aj d’in tera
Per San Giovanni si strappa l’aglio da terra (è pronto per fare le trecce)

29 giugno: Santi Pietro e Paolo
San Pir, la stèla pr e’ zìl: ( San Pietro, la stella per il cielo) si riferisce alle belle notti stellate.

San Zvan amdor, San Pir sgador San Giovanni mietitore, San Pietro falciatore

Par San Pir i figh int e’ panìr
Per San Pietro i fichi nel paniere (cominciano a maturare i fichi)

San Pir u l’bandèss, San Peval ui taja e’ còl
San Pietro lo benedice, San Paolo gli taglia il collo (il grano da mietere)




RICETTA PER IL NOCINO

INGREDIENTI

“Noci intere 30,
spirito litri uno e mezzo,
zucchero in polvere grammi 750,
cannella regina tritata gr. 2,
chiodi di garofano interi 10,
acqua dl. 4,
la corteccia di un limone non trattato tagliato a pezzetti.

PROCEDIMENTO

Tagliare le noci in quattro spicchi, metterle in infusione con tutti i suddetti ingredienti in un contenitore di quattro o cinque litri. Ben chiuso tenerlo per 40 giorni in luogo caldo scuotendo di quando in quando, il contenitore. Colatelo con un panno, poi per chiarirlo passatelo per cotone o per carta filtro, ma qualche giorno prima assaggiatelo, perché se vi pare troppo spiritoso potete aggiungere un bicchiere d’acqua”

(Pellegrino Artusi)