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sabato 3 aprile 2021

2021-02 - IL PALAZZO RONDININI A SOLAROLO - Storia locale

di Lucio Donati

RUBRICA - STORIA LOCALE

IL PALAZZO RONDININI A SOLAROLO

Più conosciuto come “Palazzone”, si trovava precisamente nell’antico distretto di Stignano di Solarolo ed è stato demolito a seguito degli eventi della seconda guerra mondiale, essendo oltretutto stato requisito dalle truppe tedesche come sede di comando. Si è conservato l’Oratorio dedicato alla Natività di Maria Vergine, che era inglobato nell’edificio.

Un poco di storia è già stata da me scritta nell’opuscolo “La devozione tra i campi” (1998), ma ora siamo in grado di ripercorrerla dalle origini, quando il capitano Orazio Rondinini di Faenza commissiona progetto e direzione dei lavori all’architetto imolese Domenico Belegatti detto “Bassotto” (notarile di Imola, G.B. Dal Pero, rogito datato 11 giugno 1602).

Nel contratto era previsto che le fondamenta dovevano essere approntate entro maggio 1603, ma non si indica la fine dei lavori, che comunque sappiamo terminati sicuramente entro il 1611.

Del palazzo ci restano svariate foto della facciata, riprodotte in cartolina, ma anche due vedute dipinte dal faentino Tomaso Dal Pozzo (1862 - !906) che raffigurano la parte posteriore, dove era un ingresso con scalinata a due rampe che potrebbe risalire al 1705, quando l’edificio viene “riparato e restaurato”.

In origine infatti doveva presentare un aspetto con deciso carattere difensivo. L’interno era caratterizzato da un vasto salone, in cui nel Settecento si svolgevano feste da ballo ad invito; verso il 1903, su invito della contessa Fanny Revedin, vedova del conte Ercole Magnaguti, il detto Dal Pozzo eseguì una pregevole decorazione nella quale spiccavano i paesaggi relativi alle quattro stagioni: di tutto questo sono rimaste almeno alcune riproduzioni fotografiche. Anche il tondo in maiolica con Madonna e Bambino (presente nell’oratorio) sembra sia stato realizzato dal pittore e ceramista Dal Pozzo, forse con intervento nella plastica da parte di Domenico Baccarini. Dall’ingresso principale un viale contornato da folta alberatura conduceva alla via Felisio, ma piantumata forse a metà Ottocento, poiché nel 1750, quando parte del palazzo e la stalla per cavalli vengono affittati, si menziona solo un vasto prato, il quale doveva contenere anche un orto.

Il palazzo fu dunque fatto erigere dal ramo nobile faentino dei Rondinini, originari di Villa Vezzano, i quali già nel XV secolo avevano acquistato terreni in Solarolo; quando il ramo si estinse nel 1851, l’eredità passò da Faustina, moglie del conte Ludovico Magnaguti di Mantova, a questi ultimi, poi nella prima metà del Novecento ai Piancastelli e nel dopoguerra Oratorio e terreno attiguo divengono proprietà Brialdi, oggi Missiroli. Faustina Rondinini morirà nel palazzo stesso nell’anno 1862.

[ L.D. ]