TRA IL SENIO ED IL SANTERNO, pubblicazione di carattere sociale, civile e culturale per il territorio del Comune di Solarolo, a salvaguardia della sua identità, delle sue origini, della sua storia e delle sue istituzioni, sostenuto, curato e realizzato da COOP. LIBERTAS SOLAROLO Registrazione della testata: Tribunale di Ravenna, Num. Reg. Stampa 1463, data del Decreto che autorizza la registrazione: 16/02/2021. Sede, Redazione, Amministrazione: Corso Mazzini n.31 - 48027 Solarolo (RA) Proprietario ed Editore: Coop. Libertas Solarolo Soc. Coop. a.r.l. Direttore responsabile: Maurizio Cortesi. Lo stampato viene distribuito gratuitamente ad ogni indirizzo di Solarolo. Ciò è reso possibile poiché il giornale si sostiene economicamente con i soli corrispettivi dei suoi inserzionisti.

sabato 26 dicembre 2020

2021-01 - PERLINE COLORATE di Giorgio Montanari



di Giorgio Montanari

PERLINE COLORATE

La Galereja di persunegg de mi paes

Chi chi è!!! Sono abbastanza lontani gli anni in cui scrissi questo lungo elenco di cittadini solarolesi in piena attività,che,purtroppo è andato perduto. Ho provato a cercarlo nei meandri della memoria, mò l’è una gara dura arcurdes tòt i nom che alòra aj aveva més in fila. E’ comunque la foto di una epoca. Dopo anni di lotta eravamo riusciti a strappare l’amministrazione comunale ai socialcomunisti ed avevamo eletto Sindaco Marco Guerrini con una nuova giunta. Un vento nuovo spirava sulle sorti del nostro paese. Per quanto riguarda la panoramica che avevo stilato allora accontentatevi di quel che passa il Convento:

In Cumò uj è Marco d’Xela
‘ti fotografì Manela.
Intla Zonta uj è Fiuret
sempr’in piaza Mainet.
Intl’Anagrafè Cenzino.
e pr’al bes-ci Marabino.
Par l’Ascens uj’è IIariòn
pre canél uj sta Biasòn.
Inte sport uj’è Zaché
a Villa Rampi uj’è Mundé.
Ti caplòn uj’è Casona
inte zil uj’è la lona.
Al beli ca ulì fa Sparnàz
e’Squiz invezì, un fa un caz.
Ti mazlìr uj’è Piré
e alè dri uj’è Quinté
E pio avanti Enzo e’barbìr
e un garzòn c l’impera e mstìr.
Intla stala e’Galinaz
e intl’eletrica Smujaz.
A ‘lze al sbar uj’è Pasquali
e intla fruta Cardinali.
In staziòn uj’è Bererd
e intal pal uj’è Majerd.
Inti pol uj’è Pompeo
a purte al letar, uj pensa Neo.
Inse camion uj’è Bramé
ti sinsel uj’è Maré.
Inti autesta uj’è Gustòn
‘ti spazèn uj’è un gayòn.
Inti fréb uj’è armast Gori
e a fer e’cinema Grigori
Inti lot uj’è Lumì
e inti pozal Gibarnì.
Te Fanfani uj’è Frischì
‘ti prutest uj’è Palì.
In pulética e’Murì
e ‘tla banda uj’è Piri.

Ma l’elenco continuava...

E’ GRUPAZ (Marlòn, Peval, Tarci e Galinaz

La Galereja di persunegg de mi paes

Di solito adesso che non lavoro più coi codici e le pandette ed ho molto tempo per pensare, quando arriva la fine del giorno, che per me è un pò come quella della vita sono sommerso dai ricordi.
Dapprima sono tumultuosi ed oscuri poi calmi e chiari ed io li rivivo con un pò di nostalgia, avvolti come sono in una atmosfera di saudade.
Questa sera sullo schermo della mia memoria è apparso e ’Grupaz nel suo divenire o meglio il nocciolo duro di quel sodalizio a cui ho avuto l’onore ed il piacere di appartenere fin dagli anni delle scuole primarie.
Ho rivissuto però solo alcuni tratti dell’arcobaleno della sua esistenza, il tratto della giovinezza, quello della maturità ed infine quello della senescenza.
Purtroppo il destino inclemente sta annientando anche quel nocciolo che sembrava ... così duro, da resistere anche agli assalti del tempo.
E’Grupaz, in un tempo ormai lontano, era formato, come i diversamente vecchi sanno, da quattro soggetti: Marlòn, Tarcì, Peval e Galinaz..
Quindi è il caso di dire: ’...eravamo quattro amici al bar ‘Belaria’, che volevano far burle al mondo.
Infatti andavamo in giro per il territorio circostante, sempre pronti a mettere in scena... romagnolate, che non erano certo meno esilaranti delle zingarate toscane del film “Amici miei” di Comencini.
Questo avveniva negli anni sessanta, al tempo in cui si svolgevano le vicende narrate nel libro ‘Parò li l'am guèrda a me’, il mio primo libro.
Poi negli anni duemila e precisamente nel 2013 che è l’anno in cui ho scritto ‘E’Viazten’, ancora da pubblicare, dopo la dipartita prematura di Galinaz avvenuta nel 2007... eravamo rimasti in tre, tre adulti incanutiti chi aveva piò d’utantànni già suonati e piò che felì j cunteva al fati! (che avevano più di ottanta anni già suonati e più che farle raccontavano le fatte!).
Peval, purtroppo aveva perso la sua dolce Isa, dotata di una risata che ci contagiava tutti.
Le romagnolate erano solo un bel ricordo e ci si incontrava sempre più di rado a cena.
Ed ecco prospettarsi e’ viazten, che ci consentì di fare un viaggio ideale, andata e ritorno in un giorno dalla villa Rampi di Tarcì e Betta a Bagnara con ritorno a Solarolo, poi alla Madonna della Salute, a Lugo, a Bagnacavallo, Sant’Alberto, Anita, Comacchio Pomposa, fino al capanno da pesca di Tarcì, quasi alla confluenza del Po di Volano con l’ Adriatico, a pescare e a mangiare pesce in allegria.
In questo afoso giugno 2017...siamo rimasti in due, io e Tarci, due vecchietti ancora arzilli, ma pieni di acciacchi, che vorrebbero fermare il tempo.

Paolo “Peval” Drei (con il berretto e la bottiglia)
insieme a Gino “Galinaz” Gramantieri

Peval, cadendo dalle scale di casa la notte del 18 gennaio scorso è andato a raggiungere la sua Isa.
Ma, forse è venuta a prenderlo proprio lei con un permesso speciale di San Pietro, purtèndal in Zil parchè e cminzéva a fè’ trop e’galèt (portandolo in Cielo perché cominciava a far troppo il galletto).
Scusate ma mi piace pensare che sia andata proprio così o magari che nel paesello del Paradiso dove adesso risiede Isa ci fosse anche necessità di un fabbro ferraio doc!
E noi due io e Tarci, come vi dicevo, siamo in ozio ,che dovrebbe essere il padre dei vizi, ma che, purtroppo, per noi non lo è.
Oberati da tante primavere siamo in viaggio verso l’’autunno della vita’, mentre Crono inflessibile continua a spingerci avanti, sul viale del tramonto, inesorabilmente, nenca se nò a tiren e cul indri (anche se noi tiriamo il culo indietro).
E allora come la mettiamo? A chi tocca?
Io intanto, tocco ferro, come faceva il mio cliente ed amico Pompeo d’Svarnaza, che toccava più ferro di Gori il fabbro ferraio, che Dio li abbia in gloria tutti e due!
E quando io gli dicevo: “Mo cosa tocàt?”, lui mi rispondeva:
“Me an e sò se conta o no, ma se conta, sicuramént, an avrò di benefezi” (Io non lo so se conta o no, ma se conta, sicuramente, ne avrò dei benefici).
Ho scritto questo peana, non per velleità letterarie e nemmeno per artificiale celebrazione, ma quale omaggio verso due uomini Galinaz e Peval ed una donna Isa, a noi tanto cari,che ci hanno preceduti nel Regno dei Cieli ed anche come inno all’Amicizia con la emme maiuscola, che campeggia nella memoria e non muore mai!
Si legge Longana ma io vivo e scrivo a Faenza, tengo a precisarlo, per evitare disguidi.