Giorgio Montanari |
La Galerèja di persunegg de mi paes:
Don Luigi, Maso e Nando d’Chicoja
Le famose gite di Don Luigi,quando era cappellano a Solarolo, che ci conducevano in giro per Italia, le feste danzanti a Ca d’ Chicoja e nella sala del cinema (...La notte delle Rose, La veglia del Bianco Fiore, La Notte della Viole, ecc.ecc.) sono state per noi giovani,ma anche per tutti gli abitanti di Solarolo, il pane e il companatico e il dolce della nostra vita di piccoli viveur di un paese dal cuore grande, ma di dimensioni piuttosto ridotte.
Voi sapete e se non lo sapete ve lo dico io, che a Solarolo,a quei tempi, c’era il gruppo dei Gran Viveur, composto dai fratelli Randi, dai Fratelli Tampieri,dal giudice Pino dla Maistrena, da Spartaco, da Zacheo e da pochi altri, che, da benestanti quali erano, potevano permettersi di avere... donne e champagne e quello dei Piccoli Viveur, formato da poveri diavoli senza un soldo, e’ Geo, Marlò, Tarci, Fili, Peval, Galinaz ed altri, che dovevano accontentarsi di... gazòs e ....!?!
Sto scherzando, naturalmente, ma se la situazione non era questa poco ci mancava.
Andand a snaslè int’un casèt de’ cumò dla mi mama Minghina che a me sera purté a Fenza da Slarol par ricord, fasend incazè l’Anna parché un’era antig, mo l’era sol ve-c e l’ocupeva de’spazi, aj ò truvè sta futugrafeja d’ un grop int’ un esteran!
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Me a so a sinestra par chi ch’ la guerda, cun un caplì e l’ennesima zigareta in man!
A pinsèj bèn, sol inste grupèt ch’l’è atorn’a me,us po’ dì’ ch’uj sèja un zimiteri:
“Ca Rosa, Lino e’fradel d’Galinaz, don Luigi, Naza e pianesta, Tino de’ Dazir, Italo d’Alvira, Peval d’Sintaja e Franco d’Lumì.”
Quist jè tot ormai pasè Dla e,us dis nelle Alte Sfere, chi’s aspèta, parché e pè che Do Luigi l’urganeza dal gitareli nèca alà!
Gli altri uomini immortalati nella foto non mi ricordo più chi fossero e non so se sono ancora al mondo o no.
A chi li riconoscerà e mi fornirà le informazioni del caso,dirò grazie e pregherò perché Dio gliene renda merito!
Al don,al don vo al savì, agli à set vit coma i ghet e quindi a crid e aj eugùr d’res incora toti vivi.
Absèn a Tino de Dazir uj’è Maria d’Gnezi, la bravissima prof. Maria Morini,splendida e splendente come una stella, che sono certo, è ancora viva, vegeta e piena di vitalita,se non fosse per il passo un po’ lento ed insicuro.
Per quanto riguarda la sua lucidità mentale basta dire sche scrive ogni due mesi una storia più bella dell’altra, su una pubblicazione solarolese di carattere sociale intitolata “Tra il Senio e il Santerno”, curata dalla Coop.Libertas Solarolo.
Inte mez de’grop,se non vado errato, uj’è al do sureli Raspanti, care amiche delle quali non so più nulla da anni ed in centro una dolce fanciulla che non ricordo più chi fosse.
Sono ricordi di una epoca lontana, del tempo spensierato della mia giovinezza e,come ho già detto delle divertentissime feste da ballo,con suonatori,diciamo così caserecci, ma di un entusiasmo travolgente nella grande casa colonica di Maso e Nando d’Chicoja, due fratelli che facevano i contadini in un poderino vicino al centro del paese, simpatici, cordiali, solari, sempre sorridenti, che due o tre volte all’anno o forse anche più. ci ospitavano, facendoci divertire fino a tarda notte.
Anche loro partecipavano alle cinque o sei gite organizzate da don Luigi e ridevano e scherzavano con noi, nonostante la differenza di età, raccontando barzellette e storielle, anche un pò spintarelle,quando don Luigi si sedeva vicino all’autista e faceva finta di dormire per lasciarci un po’ in libertà.
Avevano anche la passione per i fiori Maso e Nando e quindi con metodi,che oggi farebbero sorridere, avevano allestito un vivaio in sedicesimo.
A Dio piacendo, questo morbo del pipistrello dagli occhi a mandorla un giorno o l’altro riusciremo a debellarlo col VACCINO, sia ben chiaro e non con tutte le altre ... che propalano i negazionisti, ed allora andrò volentieri a fare quattro passi nei Paradisi floreali di Via Padrina, a rivedere il luogo dove sbocciò almeno uno dei miei flirt adolescenziali.
O tempora o mores!