di Roberto Baldini |
IL CIELO AUTUNNALE
La Terra continua la sua orbita intorno al Sole e siamo arrivati nel punto da cui possiamo ammirare il cielo autunnale che ci offre nuovi spettacoli che ai più sono sconosciuti. Nel cielo autunnale troviamo infatti, con un pò di attenzione e concentrazione, sotto l'aspetto di una nuvoletta fioca e oblunga, l'oggetto più lontano che l'uomo possa vedere a occhio nudo: la galassia di Andromeda, la nostra vicina di casa, l'isola di stelle (400 miliardi circa) più vicina alla nostra Galassia.
Andromeda è la costellazione che annuncia l'autunno mentre il Cigno inizia ad approssimarsi all'orizzonte occidentale, seguito dalla Lira e dall'Aquila. Alpheratz, una delle tre stelle allineate di Andromeda, contribuisce anche a formare un "grande quadrato" che rappresenta l'asterismo principale del cavallo alato Pegaso, altra costellazione che caratterizza il cielo di questa stagione. Intanto l'eroe Perseo, salvatore della principessa Andromeda, si alza a oriente, seguito dall'Auriga, ulteriore avanguardia delle costellazioni d'inverno.
Parliamo un pò di ANDROMEDA: Alfa è la già menzionata Alpheratz, ovvero la “testa della fanciulla incatenata”, ma, volendo, può essere anche Sirrah, da “surrat” (ombelico) in quanto per gli antichi rappresentava anche l'ombelico del cavallo Pegaso. Le altre due stelle luminose che permettono di riconoscere facilmente questa costellazione sono la Beta, chiamata Mirach che nell'astronomia araba veniva descritta anche come il "lato destro di Andromeda", e la Gamma, chiamata Almach.
Nessuna di queste stelle si presta a osservazioni particolarmente interessanti, merita invece la massima attenzione la galassia di Andromeda, nota anche con la sigla M 31 nel catalogo di Messier e segnalata già dall'astronomo persiano Al Sufi nel 986 d.C. Ha una complessa struttura a spirale vista di tre quarti ed è la più grande galassia del gruppo Locale, al quale appartiene anche la nostra Via Lattea.
Nelle migliori fotografie la sua estensione raggiunge quasi i 3 gradi (sei volte il diametro apparente della Luna). Memorabile rimane la supernova apparsa nel 1885 non lontano dal nucleo, denominata S Andromedae che fu la prima supernova extragalattica mai osservata prima.
Insieme a M31 si trovano M 32 e NGC 205 che sono due piccole galassie ellittiche che le orbitano come satelliti attorno e sono rilevabili già con un telescopio da 15 centimetri di specchio.
Con PEGASO passiamo a una costellazione molto ampia che viene classificata la settima del cielo per estensione. La stella Alfa è Markab, distante 133 anni luce dal sistema solare, nome derivato dalla parola araba che indica la “spalla”, passando poi alla stella Beta con il nome di Scheat, che significa “il polpaccio”, Gamma è chiamata Algenib, “il fianco” e Epsilon si chiama Enif, in arabo “naso”. Quattro gradi a nord-ovest di Epsilon c'è M 15, un ammasso globulare molto compatto e suggestivo, che raggiunge la magnitudine 6.5, quindi facilmente osservabile con un binocolo. Ultimo oggetto che va menzionato nella costellazione di PEGASO è il celebre “Quintetto di Stephan”, un gruppo di fioche galassie rilevabile a un grado e mezzo dalla galassia NGC 7331, ma solo da un potente telescopio. Il fatto singolare è che una di esse risulta avvicinarsi a noi a 780 km/s, mentre tutte le altre si allontanano!
Passiamo alla costellazione dei PESCI, il dodicesimo segno zodiacale. La stella principale (alfa) si chiama Alrisha, in arabo “la corda”, a indicare la cordicella che lega le code dei due pesci. William Herschel nel 1779 scoprì che è una stella doppia: una componente è gialla e l'altra è azzurra. Un'altra stella doppia interessante è Zeta, scoperta nel 1781 sempre da Herschel: le due componenti sono colorate di giallo pallido e rosa. La nostra passeggiata autunnale si conclude nella costellazione di PERSEO. La sua alfa è una stella gigante ben 5500 volte più luminosa del nostro Sole ed è chiamata Mirfak (gomito). La stella beta è la famosissima Algol, prototipo delle stelle variabili a eclisse, la cui luminosità varia periodicamente perché le due o più componenti del sistema si eclissano a vicenda. Algol ovvero la stella del Diavolo in arabo, rappresenta l'occhio della gorgone Medusa che pietrificava chiunque incrociasse il suo sguardo, decapitata dall'astuto Perseo. Per finire una magnifica attrazione di Perseo è il suo “doppio ammasso aperto”, due ricchi gruppi di stelle posti a 7400 anni luce da noi, splendidi se guardati con un binocolo o con un telescopio a largo campo. I due ammassi erano già noti come una indistinta nebulosità a Ipparco 150 anni prima di Cristo e anche Tolomeo li cita. Oggi portano le sigle NGC 869 e NGC 884, tra uno e l'altro la distanza apparente è di circa un grado, cioè due volte il diametro della Luna in cielo e si ritiene che in quella stessa zona sia presente uno di quei misteriosi luoghi definiti Buchi Neri. Ogni sera passata ad osservare il cielo può riservare sorprese e chi si dedica a questa passione può confidare nel fatto che non soffrirà mai di noia.
RB
La Terra continua la sua orbita intorno al Sole e siamo arrivati nel punto da cui possiamo ammirare il cielo autunnale che ci offre nuovi spettacoli che ai più sono sconosciuti. Nel cielo autunnale troviamo infatti, con un pò di attenzione e concentrazione, sotto l'aspetto di una nuvoletta fioca e oblunga, l'oggetto più lontano che l'uomo possa vedere a occhio nudo: la galassia di Andromeda, la nostra vicina di casa, l'isola di stelle (400 miliardi circa) più vicina alla nostra Galassia.
Andromeda è la costellazione che annuncia l'autunno mentre il Cigno inizia ad approssimarsi all'orizzonte occidentale, seguito dalla Lira e dall'Aquila. Alpheratz, una delle tre stelle allineate di Andromeda, contribuisce anche a formare un "grande quadrato" che rappresenta l'asterismo principale del cavallo alato Pegaso, altra costellazione che caratterizza il cielo di questa stagione. Intanto l'eroe Perseo, salvatore della principessa Andromeda, si alza a oriente, seguito dall'Auriga, ulteriore avanguardia delle costellazioni d'inverno.
Parliamo un pò di ANDROMEDA: Alfa è la già menzionata Alpheratz, ovvero la “testa della fanciulla incatenata”, ma, volendo, può essere anche Sirrah, da “surrat” (ombelico) in quanto per gli antichi rappresentava anche l'ombelico del cavallo Pegaso. Le altre due stelle luminose che permettono di riconoscere facilmente questa costellazione sono la Beta, chiamata Mirach che nell'astronomia araba veniva descritta anche come il "lato destro di Andromeda", e la Gamma, chiamata Almach.
Nessuna di queste stelle si presta a osservazioni particolarmente interessanti, merita invece la massima attenzione la galassia di Andromeda, nota anche con la sigla M 31 nel catalogo di Messier e segnalata già dall'astronomo persiano Al Sufi nel 986 d.C. Ha una complessa struttura a spirale vista di tre quarti ed è la più grande galassia del gruppo Locale, al quale appartiene anche la nostra Via Lattea.
Nelle migliori fotografie la sua estensione raggiunge quasi i 3 gradi (sei volte il diametro apparente della Luna). Memorabile rimane la supernova apparsa nel 1885 non lontano dal nucleo, denominata S Andromedae che fu la prima supernova extragalattica mai osservata prima.
Insieme a M31 si trovano M 32 e NGC 205 che sono due piccole galassie ellittiche che le orbitano come satelliti attorno e sono rilevabili già con un telescopio da 15 centimetri di specchio.
Con PEGASO passiamo a una costellazione molto ampia che viene classificata la settima del cielo per estensione. La stella Alfa è Markab, distante 133 anni luce dal sistema solare, nome derivato dalla parola araba che indica la “spalla”, passando poi alla stella Beta con il nome di Scheat, che significa “il polpaccio”, Gamma è chiamata Algenib, “il fianco” e Epsilon si chiama Enif, in arabo “naso”. Quattro gradi a nord-ovest di Epsilon c'è M 15, un ammasso globulare molto compatto e suggestivo, che raggiunge la magnitudine 6.5, quindi facilmente osservabile con un binocolo. Ultimo oggetto che va menzionato nella costellazione di PEGASO è il celebre “Quintetto di Stephan”, un gruppo di fioche galassie rilevabile a un grado e mezzo dalla galassia NGC 7331, ma solo da un potente telescopio. Il fatto singolare è che una di esse risulta avvicinarsi a noi a 780 km/s, mentre tutte le altre si allontanano!
Ammasso globulare M15 |
Passiamo alla costellazione dei PESCI, il dodicesimo segno zodiacale. La stella principale (alfa) si chiama Alrisha, in arabo “la corda”, a indicare la cordicella che lega le code dei due pesci. William Herschel nel 1779 scoprì che è una stella doppia: una componente è gialla e l'altra è azzurra. Un'altra stella doppia interessante è Zeta, scoperta nel 1781 sempre da Herschel: le due componenti sono colorate di giallo pallido e rosa. La nostra passeggiata autunnale si conclude nella costellazione di PERSEO. La sua alfa è una stella gigante ben 5500 volte più luminosa del nostro Sole ed è chiamata Mirfak (gomito). La stella beta è la famosissima Algol, prototipo delle stelle variabili a eclisse, la cui luminosità varia periodicamente perché le due o più componenti del sistema si eclissano a vicenda. Algol ovvero la stella del Diavolo in arabo, rappresenta l'occhio della gorgone Medusa che pietrificava chiunque incrociasse il suo sguardo, decapitata dall'astuto Perseo. Per finire una magnifica attrazione di Perseo è il suo “doppio ammasso aperto”, due ricchi gruppi di stelle posti a 7400 anni luce da noi, splendidi se guardati con un binocolo o con un telescopio a largo campo. I due ammassi erano già noti come una indistinta nebulosità a Ipparco 150 anni prima di Cristo e anche Tolomeo li cita. Oggi portano le sigle NGC 869 e NGC 884, tra uno e l'altro la distanza apparente è di circa un grado, cioè due volte il diametro della Luna in cielo e si ritiene che in quella stessa zona sia presente uno di quei misteriosi luoghi definiti Buchi Neri. Ogni sera passata ad osservare il cielo può riservare sorprese e chi si dedica a questa passione può confidare nel fatto che non soffrirà mai di noia.
RB