TRA IL SENIO ED IL SANTERNO, pubblicazione di carattere sociale, civile e culturale per il territorio del Comune di Solarolo, a salvaguardia della sua identità, delle sue origini, della sua storia e delle sue istituzioni, sostenuto, curato e realizzato da COOP. LIBERTAS SOLAROLO Registrazione della testata: Tribunale di Ravenna, Num. Reg. Stampa 1463, data del Decreto che autorizza la registrazione: 16/02/2021. Sede, Redazione, Amministrazione: Corso Mazzini n.31 - 48027 Solarolo (RA) Proprietario ed Editore: Coop. Libertas Solarolo Soc. Coop. a.r.l. Direttore responsabile: Maurizio Cortesi. Lo stampato viene distribuito gratuitamente ad ogni indirizzo di Solarolo. Ciò è reso possibile poiché il giornale si sostiene economicamente con i soli corrispettivi dei suoi inserzionisti.

sabato 9 ottobre 2021

2021-04 - IN RICORDO DI AMICI

In questi mesi la nostra Comunità si è ritrovata più povera per la perdita di alcune persone che molto hanno dato a Solarolo come Celso Beltrani e Paola De Giovanni.

Anche il Dott. Jago Drei ed Enzo Pichetti ci hanno salutato e due amici li hanno voluti ricordare ...

Dr. Jago Drei
IN RICORDO di JAGO DREI

Da vecchi si vive di ricordi, soprattutto quelli delle persone conosciute e stimate.
Dopo la notizia della scomparsa di Jago, però, è difficile per me esprimere a parole quello che sento riguardo ai suoi indubbi meriti e alla nostra amicizia.
Penso di averlo conosciuto fin dalla sua infanzia (aveva cinque anni meno di me), quando frequentavo il negozio di ferramenta gestito dalla
mamma Maria.
L’amicizia nacque più tardi per merito della comune passione per la musica lirica che portava a casa mia un gruppetto di ragazzi che potevano dare sfogo alla loro voglia di “cantare” nei limiti delle loro possibilità. Di questo ha riportato qualche notizia l’avv. Giorgio Montanari nel n.2 del nostro giornalino.
Ascoltavamo soltanto i concerti della radio, non essendo possibile frequentare i teatri.
D’estate, però, c’erano le serate al Pavaglione di Lugo o a Faenza. Non erano però poco importanti, perché vi si esibivano personalità molto quotate anche in seguito.
Di Jago all’inizio mi stupì la scelta del nome, attribuito dalla drammaturgia e dalla musica di Verdi al personaggio più malvagio che si possa immaginare. Poi si parlò, al contrario, di Santiago di Compostela, meta di lunghi e difficili pellegrinaggi cristiani. Jago, poi, era il diminutivo di Jacopo, il nome del nostro San Giacomo e di tanti personaggi famosi per vari motivi.
Nelle allegre serate si cantava, si festeggiava, si faceva qualche accenno alle frequentazioni di altro genere. Talvolta si citava il nome di Emilia, a me cara come straordinaria alunna, purtroppo per poco tempo.
Riguardo ai rapporti amichevoli però è da ricordare, per me, soprattutto la nostra escursione a Firenze. Giorgio ha espresso soltanto lo spirito avventuroso della vicenda. Quei tre giorni ebbero per noi tutti un significato molto più importante. Allora avevamo tutti “sete di cultura” nella nostra ignoranza “stuzzicata” un pochino dai miseri libri di testo del periodo (era finita da poco la guerra). Quella sete non fu soddisfatta da tutte le possibili visite ai luoghi più interessanti, ma costituì un motivo di grandi emozioni difficili da definire. A me basta pensare ai miei numerosi giri in bicicletta attorno al Battistero (il Bel San Giovanni di dantesca memoria).
Ma Jago è stato soprattutto un medico, un uomo che curava non solo con “scienza e coscienza”, ma con il cuore. Ne sono certa, anche se non ho notizie particolari riguardo alla sua attività.
Ho, però, un ricordo personale della sua professione. Un pomeriggio capitò a casa mia fresco di laurea e mi trovò a letto, impossibilitata a muovermi dal “colpo della strega”. Non ebbe bisogno di visitarmi: capì subito di che cosa si trattava e mi prescrisse un medicinale allora nuovo (il cortisone), da usare, però, con molta circospezione. Fu lui stesso a procurarmelo e l’effetto fu quasi immediato.
Chi ha conosciuto Jago sa che ha tanti meriti.
Per me è stato uno degli amici del periodo più importante della mia vita.

Maria Morini

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Enzo Pichetti
IN RICORDO di ENZO PICHETTI

Ciao Enzo....,
oggi ho il cuore pieno di tristezza.
Ho perso un amico che ho apprezzato per la sua passione per la vita, per la sua irruenza, ma anche per sua tenerezza.
Abbiamo discusso sulla politica, ma da sempre ci siamo trovati d’accordo sui valori che tengono uniti le persone, a partire dalla famiglia e dal lavoro.
Abbraccio Rita, i tuoi figli Greta, Gilles e Milo che sono stati il tuo pensiero dei giorni di malattia, da te hanno avuto un importante insegnamento e lasci loro l’impegno di proseguire nella attività che hai avviato facendola diventare una azienda distintiva di Solarolo.
Ci siamo conosciuti negli anni in cui ho lavorato in CNA e di cui tu sei stato il vice Presidente comprensoriale oltre che di Solarolo.
Per me è stato un onore essere ospite alla festa dei 40 della tua azienda, attorno alla quale si sono stretti tutti i tuoi dipendenti, i tuoi amici oltre ai rappresentanti della CNA e delle Istituzioni che avevi invitato.
Poche settimane fa sono venuto da te in azienda e mi hai accolto come sempre con la amicizia che ti distingueva, mi hai subito preparato le scatole che ti avevo chiesto e che mi hai voluto regalare.
Ero con Stefania e ci hai voluto accompagnare a visitare l’azienda col piacere di mostrare quello che hai saputo realizzare. Poi ci siamo dati appuntamento per una cena a Modigliana come ci era capitato in altre occasioni....
È stato purtroppo il nostro ultimo incontro, poi, pochi giorni dopo, la notizia della tua malattia ed oggi, purtroppo, ci hai lasciato...
Mi mancheranno le nostre chiacchierate e la condivisione di una amicizia che resterà nel tempo.
Ciao Enzo.

Jader Dardi